Quanndo qualche anno fa ho deciso di iniziare un viaggio per l’Europa, non ero sicuro di quello che stavo facendo. Il piano iniziale era quello di trasferirmi in Germania e trovare lavoro ma evidentemente non è andata a finire proprio così. Infatti della Germania ricordo solo il freddo ed il gelo che mi hanno portato a scappare ad Est dove c’era ancora più freddo. In pratica in Germania ho iniziato un viaggio sperimentale intorno all’Est Europa.
Perchè scrivo sperimentale? Perchè viaggiare non è assolutamente semplice come l’andare in vacanza. Viaggiare è divertente, avventuroso ed a volte poco confortevole. Per viaggiare con un budget prefissato hai bisogno di pianificare il tuo viaggio accuratamente ed allo stesso tempo non eccessivamente perchè un bus che perdi potrebbe trasformarsi in una catastrofe economica. Però ti assicuro che nel momento in cui sali sul primo aereo che ti porta all’esterno dei tuoi confini, inizia il bello, inizia l’avventura e dentro di te scatta una molla, quella molla che è chiamata “travel bug”, quel meccanismo che permette al gene DRD4 di uscire dal guscio e dare il meglio di sè. Ed è stato proprio durate quell’Euro Trip che il mio DRD4 ha iniziato il suo lavoro e la zanzara del viaggiatore mi ha punto.
Sebbene durante quel viaggio abbia viaggiato molto rapidamente tra un paese e l’altro, nella mia mente è partito un meccanismo tale da farmi immaginare un viaggio lento al di fuori dell’Europa. Un viaggio che mi avrebbe permesso di sconfiggere le mie paure, un viaggio che mi avrebbe permesso di venire a contatto con diverse culture in maniera lenta e soprattutto avendo un budget basso. Essendo una persona abbastanza aperta ho iniziato a parlarne con amici, familiari e colleghi, i quali però non riuscivano a comprendere cosa intendessi per “viaggio lento”. In effetti è un concetto difficile in quanto oggi siamo tutti incastrati nel ritmo della quotidianità, nel fare tutto di fretta, ottimizzando il millisecondo che abbiamo a disposizione e quindi tendiamo a preferire una vacanza di 2 settimane senza prendere in cosniderazione le miriadi di opportunità che ci si presentano davanti agli occhi. Ecco perchè io ho deciso di aprire la mia mente ad una nnuova modalità di viaggio, un nuovo modo di vivere la quotidianità e soprattutto un nuovo modo di conoscere il mondo. E vuoi sapere perchè?
Perchè viaggiare lentamente significa poter immergersi nella cultura locale del Paese in cui ci si trova, poter conoscere persone locali e vivere le loro tradizioni, andare al super market e fermarti a parlare con i cassieri come se li conoscessi da anni, sapere in quale parte della città si compra la frutta migliore, il pane più saporito e dove si può bere il caffè che più assomiglia a quello italiano. Viaggiare lentamente significa assaggiare una pietanza dai mille profumi, svegliarsi la mattina presto per andare al mercato locale, comprare gli ingredienti e dopo qualche giorno saper cucinare la propria versione. Viaggiare lentamente significa avere l’opportunità di imparare quellle essenziali parole in lingua locale che ti permettono di strappare un sorriso dalla faccia del tuo interlocutore, quelle parole che ti permettono di essere amico di tutti ed allo stesso tempo di nessuno, le stesse parole che potrebbero aiutarti in caso di bisogno. Viaggiare lentamente significa entrare a contatto con popoli diversi, religioni diverse e culti differenti, comprendere che nessuna religione incita la guerra ed alla fine realizzare che di differente non c’è nulla se non la data di nascita, perchè indipendentemente da sesso, razza e religione siamo tutti esseri umani. Viaggiare lentamente è quindi l’esercizio che ti permette di aprire la tua mente e dire addio a tutti i pregiudizi che inconsapevolmente creiamo nelle nostre menti durante la nostra vita. Viaggiare lentamente, infine, è un percorso di crescita lento, a volte piacevole altre no, ma d’altronde chi ha detto che si cresce facendo ciò che piace fare?
Questa è la risposta a tutti quelli che mi chiedono perchè viaggio ed aggiungo che viaggiare è il modo migliore per conoscersi meglio, prendersi cura di se in diverse situazioni, fidarsi del proprio istinto, amarsi di più e quindi essere in grado di amare gli altri. Ecco, questa è stata la scoperta più bella che abbia mai fatto, se non sono io il primo ad amare me stesso come posso pretendere che un’altra persona ami me?
Fino a che punto sei capace di amarti?
Se ancora non lo sei, ti suggerisco di pianificare al più presto il tuo viaggio in solitaria, anche una escursione in montagna di una notte può essere di aiuto.
Grazie per aver letto e condividi qualche tua esperienza significativa nei commenti in modo da ispirare gli altri lettori.
A presto!
Anto 🙂