Dai più ascolto alla ragione o al tuo stomaco?

Qualche giorno fa mi trovavo a Dalat, una cittadina in VietNam situata a circa 1500 metri sopra il livello del mare. Ho trascorso dei giorni molto piacevoli in compagni di persone divertenti e amichevoli.

Dalat è una cittadina ideale per gli amanti delle attività outdoor, per coloro che amano la Natura e per coloro che amano l’avventura. Infatti oltre alle attrazioni presenti nel centro della città, una volta che si esce dal perimetro cittadino, ci si può sfidare con i numerosi trekking sulle montagne dell’Altopiano del VietNam del Sud, oppure visitare la miriade di cascate mozzafiato o semplicemente noleggiare un mezzo ed ammirare i meravigliosi paesaggi e fermarsi ad osservare il sole nascondersi tra le montagne prima di rientrare per godere della deliziosa cucina vietnamita.

Durante i tre giorni trascorsi a Dalat, ho avuto modo di immergermi in differennti attività naturali e tra queste, quella che mi ha affascinato di più è stata la scalata del Lang Biang, la cui cima risulta essere 2167 metri sopra il mare. Ed è da quando ho iniziato questo lungo viaggio in Sud Est Asia che la montagna riesce ad ispirarmi sempre di più e soprattutto mi lascia qualche cosa, qualche insegnamento. Salire sulla cima di una montagna mi ricorda molto quello che è il nostro cammino di vita e ti spiego qui il perchè.

A chi è mai capitato di desiderare talmente un qualcosa, che sia una promozione a lavoro, un target fatturato, il superamento di un esame o la conquista di un partner? Una volta che si sa bene cosa si desidera, si mette in conto la difficoltà nel raggiungimento e poche volte si mettono in conto che nel percorso che si affronterà, si incontreranno momenti poco positivi, quelli in cui la nostra vista si annebbia , quelli in cui desideriamo mollare tutto, ritornare indietro nella nostra zona di confort e rinunciare alla promozione, al bonus fatturato, all’esame ed addirittura mandare a quel paese il partner che desideravamo. Ma quante volte abbiamo realmente pensato che uesti momenti poco positivi sono proprio quelli da cui possiamo trarre maggiori vantaggio per raggiungere la cima, il nostro desiderio? Poche volte, se sono certo!

Tutto ciò è molto simile alla scalata di una montagna, proprio per questo penso che la montagna sia la migliore medicina per rilassarsi ed allo stesso tempo ritrovare quella concentrazione  e quella forza necessaria per affrontare le diverse situazioni che affrontiamo quotidianamente.

Ma adesso ritorniamo alla scalata del Lang Biang. All’inizio della lunga camminata, potevo vedere da lontano la cima, non era ben chiara, ma era visibile. Un pò come quando abbiamo in mente il nostro obiettivo ed il desiderio di raggiungerlo è così alto che riusciamo a visualizzarlo nella nostra mente. Ovviamente, avrei voluto che la “scalata” fosse rimasta abbastanza semplice, ma non è stato così, altrimenti si sarebbe chiamata “passeggiata”. Quindi dopo qualche centinaio di metri in salita, tra le alte seqoie ed accompagnati dal canto degli uccelli, ho iniziato ad avvertire i primi segni di stanchezza, fiato corto e vanamente ho tentato di scorgere nuovamente la cima della montagna. Il non riuscire a vedere la cima unito alla stanchezza hanno portato la mia mente ad iniziare a domandarsi se fossi sulla strada giusta, sebbene io avessi seguito tutte le indicazioni segnate sui vari alberi.

Ed ecco che dopo circa 2 km, inizia un percordo in discesa. Si, in discesa, sebbene la cima della montagna che mi ero prefissato di raggiungere, era verso l’alto. A questo punto, i miei dubbi erano ancora maggiori, perchè stavo scendendo se la cima era in alto? Le soluzioni erano due: o arrendersi, ma non è la soluzione vincente, soprattutto dopo aver percorso 2 km in salita; continuare, ma senza essere certo del percorso e fidarmi solo del mio cuore, o meglio dello stomaco. Ovviamente la seconda soluzione ha prevalso. E man mano che scendevo, mi rendevo conto che stavo recuperando le energie, non avevo più il fiato corto e riuscivo nuovamente a godere del profumo della natura e del canto degli uccelli, però non riuscivo ancora a comprendere il motivo per cui stavo scendendo.

“Più che la ragione è lo stomaco che ci guida”

FInchè ad un incrocio, c’era un segnale con freccia a sinistra che indicava 300m. Era la cima! Peccato che per raggiungerla, erano solo scalini, abbastanza alti alternati a radici di alberi. Qui è iniziato il vero trekking. I 300 metri, poi diventati 200, poi 150 in salita sembravano un’eternità, man mano che si saliva le mie gambe tremavano, il mio fiato veniva a mancare ed il sudore non aiutava certamente. Ed ecco che al cartello che indicva 50 metri, il mio corpo iniziava a dire “stop, non puoi farcela!”, proprio quando tutto l’ambiente intorno a te cerca di convincerti che tu non sia in grado di avere ciò che vuoi, semplicemente perchè loro non ci hanno mai provato. Ho pensato di mettere a tacere quella vocina ed iniziare a motivarmi: “Ce la farò! Non mi fermo finchè non vedo cosa c’è li sopra!”. Ultimi 20 metri, ultimi 3 scalini, ultimi 10 metri in salita… Ed ecco che di fronte a me ammiro ciò che voi potete osservare qui sopra.

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Ecco perchè il mio augurio per tutti Voi è che un giorno, a partire da ora, siate in grado di mettere a tacere quella vocina interna che è sempre pronta a buttarvi giù, a farvi sentire una “schiappa”, ed invece dare maggiore ascolto all’altra metà, quella che vi motiva, quella che vi vuole felici, quella che vi vuole vivi e vincenti. Perchè ricordiamoci che abbiamo il diritto di Vincere, ma lo dobbiamo volere.

A presto

Antongiulio 🙂

 

 

Tutte le motivazioni per iniziare un viaggio lento

Quanndo qualche anno fa ho deciso di iniziare un viaggio per l’Europa, non ero sicuro di quello che stavo facendo. Il piano iniziale era quello di trasferirmi in Germania e trovare lavoro ma evidentemente non è andata a finire proprio così. Infatti della Germania ricordo solo il freddo ed il gelo che mi hanno portato a scappare ad Est dove c’era ancora più freddo. In pratica in Germania ho iniziato un viaggio sperimentale intorno all’Est Europa.

Perchè scrivo sperimentale? Perchè viaggiare non è assolutamente semplice come l’andare in vacanza. Viaggiare è divertente, avventuroso ed a volte poco confortevole. Per viaggiare con un budget prefissato hai bisogno di pianificare il tuo viaggio accuratamente ed allo stesso tempo non eccessivamente perchè un bus che perdi potrebbe trasformarsi in una catastrofe economica. Però ti assicuro che nel momento in cui sali sul primo aereo che ti porta all’esterno dei tuoi confini, inizia il bello, inizia l’avventura e dentro di te scatta una molla, quella molla che è chiamata “travel bug”, quel meccanismo che permette al gene DRD4 di uscire dal guscio e dare il meglio di sè. Ed è stato proprio durate quell’Euro Trip che il mio DRD4 ha iniziato il suo lavoro e la zanzara del viaggiatore mi ha punto.

Sebbene durante quel viaggio abbia viaggiato molto rapidamente tra un paese e l’altro, nella mia mente è partito un meccanismo tale da farmi immaginare un viaggio lento al di fuori dell’Europa. Un viaggio che mi avrebbe permesso di sconfiggere le mie paure, un viaggio che mi avrebbe permesso di venire a contatto con diverse culture in maniera lenta e soprattutto avendo un budget basso. Essendo una persona abbastanza aperta ho iniziato a parlarne con amici, familiari e colleghi, i quali però non riuscivano a comprendere cosa intendessi per “viaggio lento”. In effetti è un concetto difficile in quanto oggi siamo tutti incastrati nel ritmo della quotidianità, nel fare tutto di fretta, ottimizzando il millisecondo che abbiamo a disposizione e quindi tendiamo a preferire una vacanza di 2 settimane senza prendere in cosniderazione le miriadi di opportunità che ci si presentano davanti agli occhi. Ecco perchè io ho deciso di aprire la mia mente ad una nnuova modalità di viaggio, un nuovo modo di vivere la quotidianità e soprattutto un nuovo modo di conoscere il mondo. E vuoi sapere perchè?

Perchè viaggiare lentamente significa poter immergersi nella cultura locale del Paese in cui ci si trova, poter conoscere persone locali e vivere le loro tradizioni, andare al super market e fermarti a parlare con i cassieri come se li conoscessi da anni, sapere in quale parte della città si compra la frutta migliore, il pane più saporito e dove si può bere il caffè che più assomiglia a quello italiano. Viaggiare lentamente significa assaggiare una pietanza dai mille profumi, svegliarsi la mattina presto per andare al mercato locale, comprare gli ingredienti e dopo qualche giorno saper cucinare la propria versione. Viaggiare lentamente significa avere l’opportunità di imparare quellle essenziali parole in lingua locale che ti permettono di strappare un sorriso dalla faccia del tuo interlocutore, quelle parole che ti permettono di essere amico di tutti ed allo stesso tempo di nessuno, le stesse parole che potrebbero aiutarti in caso di bisogno. Viaggiare lentamente significa entrare a contatto con popoli diversi, religioni diverse e culti differenti, comprendere che nessuna religione incita la guerra ed alla fine realizzare che di differente non c’è nulla se non la data di nascita, perchè indipendentemente da sesso, razza e religione siamo tutti esseri umani. Viaggiare lentamente è quindi l’esercizio che ti permette di aprire la tua mente e dire addio a tutti i pregiudizi che inconsapevolmente creiamo nelle nostre menti durante la nostra vita. Viaggiare lentamente, infine, è un percorso di crescita lento, a volte piacevole altre no, ma d’altronde chi ha detto che si cresce facendo ciò che piace fare?

Questa è la risposta a tutti quelli che mi chiedono perchè viaggio ed aggiungo che viaggiare è il modo migliore per conoscersi meglio, prendersi cura di se in diverse situazioni, fidarsi del proprio istinto, amarsi di più e quindi essere in grado di amare gli altri. Ecco, questa è stata la scoperta più bella che abbia mai fatto, se non sono io il primo ad amare me stesso come posso pretendere che un’altra persona ami me?

Fino a che punto sei capace di amarti?

Se ancora non lo sei, ti suggerisco di pianificare al più presto il tuo viaggio in solitaria, anche una escursione in montagna di una notte può essere di aiuto.

Grazie per aver letto e condividi qualche tua esperienza significativa nei commenti in modo da ispirare gli altri lettori.

A presto!

Anto 🙂

Guida di sopravvivenza per backpackers in Indonesia

“L’unica regola del viaggio è: non tornare come si è partiti. Torna diverso”. A. Carson

 

OK  lo ammetto, l’Indonesia è stato il Paese che mi ha lasciato il ricordo più bello tra i tre paesi visitati in precedenza. Allo stesso tempo è un paese che ti mette a dura prova sin dal momento in cui esci dall’aereo con cui sei arrivato. Per capire la motivazione bisogna partire dallo studio della sua demografia.

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1) Che tu sia in montagna o che tu sia in città, sarai sempre in mezzo al caos!

L’Indonesia, oltre ad essere una Repubblica costituita da più di 17.000 isole, è il quarto paese più popoloso del mondo dopo Cina, India e Stati Uniti. Il numero di abitanti risulta essere superiore a 255 milioni di persone. Chi ha avuto il piacere di visitare la Cina o l’India sa cosa significa questa cifra. Per chi non lo sapesse, significa che in ogni momento del giorno ed in ogni angolo di ogni strada c’è sempre una persona a farti compagnia, una persona che ti sorriderà, una persona che proverà a venderti qualcosa in maniera gentile, insomma nel bene o nel male non sarai mai solo.

2) Che tu arrivi dal Nord Italia o che tu arrivi dal Sud, sappi che tu sei un BULE, il ricco BULE.

Oltre alle temperature tropicali, appunto la prima cosa che noterai appena metti piede in Indonesia è il calore della popolazione, il sorriso impresso su ogni volto e lo sguardo incuriosito verso il Bule appena arrivato. Il Bule sei tu, siamo noi Occidentali che in Indonesia siamo connotati dalla parola Bule. Seppure possa sembrare una connotazione razzista, ti invito a pensare a quante volte tu hai denominato “Nero” una persona dalla pelle più scura della tua. Il Bule in Indonesia è qualsiasi persona il cui colore della pelle è più chiaro degli abitanti del luogo, qualsiasi viaggiatore, backpacker o non, che venendo dall’Occidente ha più soldi nel portafogli e quindi può permettersi oggetti che la maggior parte degli abitanti locali può solo immaginare. Questo è il motivo per cui nei precedenti post ho specificato che quando ti troverai in Indonesia costaterai l’esistenza di due prezzi, il prezzo Bule ed il prezzo locale, il primo più alto del secondo. Naturalmente il tuo scopo sarà quello di negoziare a tal punto da ottenere il prezzo locale.

3) Che tu sia in spiaggia o che tu sia in montagna, ti sembrerà comunque di essere nella giungla!

Fatta questa premessa, una volta atterrato ed entrato in città, la prima impressione che ho avuto, e che altri backpackers con cui  mi sono confrontato hanno avuto, è stata quella di trovarmi in una giungla. Una giungla abitata non da animali ma da scooter. Non attraverserai mai la strada senza aver atteso circa 10 minuti, troverai orde di motorini, uno dietro l’altro, che suonano il clacson prima ancora che la luce del semaforo diventi verde. Troverai scooter che oltre a trasportare persone trasportano animali, oggeti di notevoli dimensioni come sedie, sgabbelli e piastrelle.

E sarà proprio in quel momento che capirai che tu in quella città dovrai stare il minimo ed indispensabile per prendere il primo bus che ti porti in un altro posto, una località più tranquilla, una località in cui non vedrai mototrini per i prossimi 5 giorni, una località in cui le persone non ti guardano come se fossi un portafogli vivente, semplicemente un posto dove tu puoi rilassarti, visitare le attrazioni e conoscere la cultura locale.

4) L’autobus non è la soluzione al caos, l’autobus è la causa, o meglio l’autobus è il caos!

Quindi, avrai preso la decisione di partire la mattina del giorno successivo e prendere il tuo primo bus indonesiano, ma non sai cosa ti aspetta. Un bus composto da 5 posti ogni fila, in totale 15 file, un bus per fumatori, un bus il cui autista per sottostare alle norme di sicurezza utilizza il telefono e veste  le infradito. Un bus in cui il tuo vicino probabilmente avrà portato con sè un pollo vivo, un bus in cui i bambini iniziano a piangere non appena il veicolo viene messo in moto e terminano quando tu arrivi a destinazione. Semplicemente un bus in cui, nonostante i posti a sedere siano solo 60, le persone all’interno sono circa 80 molte delle quali disposte a stare in piedi per circa 4 ore se non di più. AMERAI L’INDONESIA perchè è quel paese in cui per fare 100 km l’autobus impiega 4 ore. E le 4 ore in cui tu sei in quel fottutissimo ammasso di lamiere non sai a quale Santo affidare la tua vita.

5) Se pensi che gli abitanti di Napoli siano “pazzi” alla guida, utilizza il Valium prima di salire su un autobus in Indonesia!

In Indonesia vige una regola, il veicolo più grande comanda! Il che significa che se tu sei alla guida di una ruspa, le automobili davanti a te si fermeranno a bordo strada per farti passare. La stessa cosa accade con il bus, il cui autista che veste le infradito è capace di raggiungere una velocità di 100 km/h su strade peggiori del pavè di Milano. E magari avrai l’opportunità di vedere come questo autista è capace di uscire fuori strada per superare l’automobile di fronte a lui che non gli permette il sorpasso, vedrai il povero motociclista costretto a fermarsi a bordo strada perchè scorge dallo specchietto un mezzo che arriva a tutta velocità alle sue spalle. E quando dopo il sorpasso dello scooter pensi che l’incubo sia terminato, bhè ti stai sbagliando perchè vedrai come questo dannato autista è capace di superare un altro autobus che nello stesso tempo è sorpassato da un tir, quindi non sai cosa ci sia oltre quel tir perchè il tutto avviene su una strada di campagna compsta da una carreggiata per senso di marcia. E in quel momento ti sentirai come Paul Walker e Vin Diesel in Fast and Furios.

6) Dopo aver utilizzato il bus Indonesiano rilassati con una lunga doccia calda!

E quando finalmente sarai arrivato a destinazione, sudato e stanco dopo un incubo ad occhi aperti, ti sarai meritato una doccia calda, molto calda, a tal punto da entrare nella tua stanza di ostello, svestirti, recarti in bagno e scoprire che in verità in Indonesia non usano la doccia. In indonesia si usa la “bucket shower” ovvero, vedrai una grande vasca in mattoni, nella quale ti ci infilerai solo se vorrai prendere 3 malattie della pelle contemporaneamente, e due secchi, uno più grande dell’altro. E in quel momento capirai che l’Indonesia è bella perchè la tanto desiderata doccia calda consiste nel riempire il secchiello con l’acqua contenuta nella vasca e versare il secchiello su te stesso. Perciò se prima pensavi di rilassarti, capirai ben presto che anche la doccia è sport e soprattutto che la tanto desiderata doccia calda è una bella doccia fredda.

7) Non ti arrabbiare per quello che vedi, cerca piuttosto di comprendere e sorridere!

AMERAI l’Idonesia perchè è quel Paese in cui la Natura è padrona, la stessa Natura che viene maltrattata dai suoi abitanti incuranti dell’ambiente in cui vivono. AMERAI l’Inonesia perchè è quel Paese in cui capirai che in fin dei conti noi Europei, seppure disprezziamo i nostri paesi, siamo fortunati, molto fortunati per avere delle strade asfaltate, per viaggiare su autobus sicuri, per avere la possibilità di mangiare cibo variegato ogni giorno e non la solita razione di riso, per respirare aria pulita durante le nostre passeggiate, per avere strade pulite e non piene di rifiuti e per avere una casa con delle mura solide ed un tetto sopra la tua testa. L’Indonesia è quel Paese in cui realizzi che siamo veramente fortunati per il semplice fatto di poter usufruire di una doccia calda ogni giorno quando rientriamo nelle nostre case. L’Indonesia è quel Paese che lentamente ti fa crescere come individuo.

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“Il mondo sembra più luminoso dietro un sorriso”.

Alla fine viaggiamo per scoprire, per crescere e per lasciare un nostro ricordo semplicemente con il nostro sorriso ovunque mettiamo piede.

Ti auguro di trovare l’ispirazione per il tuo prossimo viaggio e spero che le informazioni contenute in questo post possano esserti di aiuto.

Io non sono un esperto o un maestro perciò qualora hai suggerimenti o hai bisogno di maggiori dettagli per organizzare il tuo viaggio al meglio, sono ben lieto di leggere i tuoi commenti.

A presto

Antongiulio 🙂

#enjoy

La guida per visitare il vulcano Ijen fai da te

L’indonesia è il Paese dei vulcani, infatti possiede circa 150 vulcani attivi. Tale caratteristica geografica ha conseguenze senza dubbio negative sul Paese, infatti l’Indonesia è un Paese situato sul bordo di importanti faglie tettoniche, quali la placca pacifica, eurasiatica e quella australiana che insieme rendono il Paese altamente soggetto a fenomeni quali vulcanesimo e terremoti. Ma tale connotazione geografica nonchè la presenza di cenere vulcanica è un importante contributo per la fertilità dei terreni del Paese ed ha sostenuto storicamente l’alta densità della popolazione di regioni come Giava e Bali.

La presenza di differenti vulcani in attività rende il Paese molto attraente per numerosi turisti e per gli amanti dei trekking ad alta quota, infatti oltre a vulcano Bromo di cui abbiamo parlato nel precedente post, un’altra attrazione turistica molto interessante è quella del complesso vulcanico di Kawah Ijen, situato nella parte orientale di Giava. Scalando il complesso vulcanico è possibile ammirare sia un lago craterico, il quale risulta essere il lago acido più grande del mondo, sia le famose fiamme blu elettriche dovute alla fuoriuscita di gas solfurico dalle fessure del cratere con temperature di oltre 600°C. Quindi, se anche tu stai pensando di effettuare qualche escursione, questa è un must, la vista che hai ad alta quota è molto emozionante e mozzafiato.

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La vista che si ha dalla cim del cratere. :O (Il vulcano in fondo non è Ijen)

Come tutte le cose belle, bisogna analizzare gli aspetti meno positivi, uno tra tutti è come raggiungere il cratere senza incappare negli eccessivi costi che i tour operator e gli hotel riservano ai BULE, i turisti occidentali. Infatti, come per le escursioni per visitare il Parco Nazionale del Bromo, tutti gli hotel, e ripeto tutti, cercheranno di “appiopparti” un pacchetto turistico di circa 550000 IDR(circa 35 Eur) consistente in una escursione di un giorno ed una notte, trasporto ed alloggio incluso e senza vitto che una volta arrivato in un piccolo villaggio turistico incide abbastanza. Perciò se vuoi avventurarti e stai cercando le indicazioni per visitare il complesso vulcanico IJEN senza ricorrere ad un tour operator, ti consiglio di leggere attentamente fino in fondo perchè ti spiegherò esattamente come potrai effettuare questa escursione aggiungendo un pizzico di avventura in più del solito e spendendo massimo 350000 IDR, incluo il biglietto di entrata per il complesso vulcanico.

Il primo passo da compiere se vuoi effettuare l’escursione fai da te è raggiungere la base del vulcano da cui appunto iniziare il trekking. E’ possibile raggiungere tale località da due differenti città in Giava orientale, Bondowoso o Banyuwangi. potrai raggiungere il punto di partenza del trekking attraverso il noleggio di uno scooter(meglio moto, per via delle condizioni del manto stradale), pagando un taxi, a tal proposito ti consiglio Grab o Gojek sono i più economici in Indonesia, alternativamente potrai affidarti a dei tour operator negli hotel in Bondowoso o Banyuwangi che offrono il trasporto ad un prezzo molto vantaggioso, ma ti ricordo che siccome ti trovi in Indonesia, dovrai dare sfogo alle tue capacità di negoziazione in modo da ottenere il pacchetto al prezzo che pagherebbe un cittadino locale.

Io, personalmente, dopo aver terminato l’escursione al Parco Nazionale del Bromo, mi trovavo di fronte la stazione di Probolinggo e l’autista del van che mi ha accompagnato da Cemoro Lawang alla stazione dei bus, mi ha proposto il trasporto fino alla base del cratere più una guida professionale per scalare il complesso vulcanico e la maschera dell’ossigeno per poter evitare di inspirare l’enorme quantità di gas solfureo. Il costo di tutto ciò era di soli 200000 IDR a cui avrei dovuto aggiungere solo 100000 IDR per il biglietto di entrata al Parco. Siccome ero abbastanza stanco dopo aver trascorso una notte nella stazione di Probolinggo ed una notte in una camera pietosa alla base del Bromo, ho accettato la proposta e mi sono imbarcato in un van che mi ha portato insieme ad altre 5 persone a Sempol, un villaggio nella provincia di Sempol, a circa un’ora dal punto di partenza del trekking.

Io ho adottato quindi una soluzione di media facilità, ma se tu opti per il fai da te, ecco le soluzioni. Una volta raggiunto il villaggio di Bondowoso o Banyuwangi, puoi noleggiare uno scooter, il cui costo giornaliero si aggira intorno ai 75000 IDR oppure avviare le contrattazioni con un’autista di un taxi, il cui costo minimo si aggira intorno ai 175000 IDR. Qualora tu optassi per il noleggio della moto, che ti consiglio solo se hai già guidato in passato in Indonesia in quanto le strada sono pietose e la guida degli autisti Indonesiani è una delle più pericolose del mondo, dovrai essere pronto ad iniziare la tua avventura a mezzanotte, in quanto il tempo di percorrenza dal punto di partenza del trekking fino al punto più alto del cratere è di circa 1.5 ore in più se vorrai assistere allo spettacolo delle fiamme blu, dovrai scendere alla base del cratere, il che significa scalare le rocce per circa un’ora, in totale circa tre ore. Quindi dovrai considerare circa 2 ore da Bondowoso o Banyuwangi per raggiungere l’entrata del Parco del complesso vulcanico, più ulteriori 3 ore di cammino.

Quindi una volta raggiunto il punto di partenza e dopo aver pagato il biglietto di circa 100000 IDR, potrai iniziare la tua scalata. Il percorso, circa 3.5 Km è totalmente in salita, a volte abbastanza impegnativo ma per la maggior parte è asfaltato fino alla cima, da cui potrai iniziare a scendere fino al lago craterico. Uno volta arrivato sulla cima, potrai richiedere/noleggiare una maschera per l’ossigeno, che ti consiglio di utilizzare assolutamente, in quanto la quantità di gas solfureo è veramente alta ed a volte anche utilizzando la maschera si ha difficoltà a respirare.

La discesa verso la base del cratere è decisamente più impegnativa della salita, in quanto dovrai affrontare il percorso costituito esclusivamente da rocce, alcune delle quali abbastanza alte e scivolose, in più dovrai considerare che sarai affaticato per aver camminato in precedenza circa due ore e soprattutto l’aria che respiri non è completamente pura per via dei as solfurei.

Scendere verso il lago craterico è sicuramente un’esperienza emozionante che ti mette a dura prova fisica e ti permette di incontrare i minatori, quelle persone che svolgono forse il lavoro più faticoso del mondo. Infatti, mentre tu scendi con calma, sentirai delle urla, sono i minatori che dalla base del cratere portano sulle spalle circa 90 Kg di zolfo fino alla cima. Alcuni di loro sono molto gentili e potrai anche intavolare delle brevi conversazioni, come ho fatto io. Sono persone che lavorano circa 18 ore al giorno, ogni giorno, ed effettuano lo stesso percorso per circa 3 volte al giorno, guadagnando circa 300000 IDR al giorno. Lo zolfo che portano fino in cima sarà successivamente lavorato per la realizzazione di numerosi souvenirs che sono venduti sul posto, oppure per la produzione di medicinali.

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Foto di un minatore in salita verso la cima del cratere.

Dopo aver ammirato l’alba e ad aver camminato lungo la cima del cratere, sarai pronto per scendere verso la base, ovvero il tuo punto di partenza. La discesa è semplice, sarà abbastanza soleggiata quindi ti consiglio di portare con te una maglietta di ricambio perchè suderai abbastanza. Una volta raggiunto il punto di partenza, ci sarà il tuo scooter o il van ad aspettarti per raggiungere la tua destinazione precedente.

Rispetto all’escursione sul Bromo, effettuare questo trekking è più semplice dal punto di vista logistico ma sicuramente potrai godere maggiormente la tua avventura con le seguenti indicazioni pratiche che mi avrebbero semplificato l’escursione qualora qualcuno me le avesse suggerite in precedenza:

  • Porta con te due bottiglie di acqua. L’escursione è impegnativa dal punto di vista fisico e soprattutto, ti trovi a 2000 metri slm, quindi è assolutamente consigliato bere acqua.
  • Porta con te una sciarpa o una bandana. Essa ti servirà per coprire gli occhi una volta che sei dentro al cratere. Per via del vento, sarai colpito dal gas sulfureo e quindi con molta probabilità ti bruceranno gli occhi.
  • Porta con te una torcia. Inizierai l’escursione durante la notte, alle 2 circa, perciò sarà buio fino alle 5.30.
  • Indossa abiti caldi. E’ notte fonda ed in cima potrebbe fare freddo. Io personalmente vestivo una maglietta a maniche corte, un Pile ed un giubbino primaverile.
  • Porta con te il Keeway oppure il Poncho. Sei in Indonesia, non sai mai quando piove e soprattutto quando finisce.
  • Indossa un paio di sneaker. Assolutamente sconsigliato indossare ciabatte o le cosiddette Flip-Flop. Sarebbe l’ideale se tu indossassi delle scarpe da trekking basico per via delle rocce nel cratere. Io personalmente indossavo le sneaker, non ho avuto problemi ma ho avuto u pò di difficoltà in discesa.
  • Porta con te un sorriso e la voglia di esplorare un nuovo posto ed ammirare un altro spettacolo di Madre Natura. Non ti pentirai di aver camminato 3 ore. 😀

 

Per finire, il mio suggerimento per l’escursione dell’Ijen è quello di usufruire di un autista con il van per raggiungere il punto di partenza del trekking. Probabilmente pagherai 50000 IDR in più rispetto al fai da te, ma è meno pericoloso e soprattutto non dovrai guidare nel mezzo della notte.

Il costo dell’escursione che ho effettuato è stata di circa 325000 IDR, considerando trasporto da Probolinggo a Sempol, notte(3 ore di sonno) in mini Van, vitto in un piccolo ristorante locale a Sempol, bottiglie di acqua, vari snacks, biglietto di entrata nel Parco nazionale, maschera dell’ossigeno, guida professionale e trasporto dall’entrata del Parco fino al porto di Banyuwangi dove ho potuto prendere il traghetto per raggiungere l’isola di Bali.

Qualsiasi opzione tu scelga è quella giusta e sicuramente avrai solo da divertirti, respirando aria fresca e ammirando uno dei laghi craterici più belli del mondo.

Spero che le informazioni contenute in questo post ti possano aiutare a rendere la tua escursione migliore della mia. Questo è il mio scopo.

Per qualsiasi ulteriore dettaglio scrivi nei commenti e sarò lieto di risponderti.

A presto 😀

#enjoy