Guida di sopravvivenza per backpackers in Indonesia

“L’unica regola del viaggio è: non tornare come si è partiti. Torna diverso”. A. Carson

 

OK  lo ammetto, l’Indonesia è stato il Paese che mi ha lasciato il ricordo più bello tra i tre paesi visitati in precedenza. Allo stesso tempo è un paese che ti mette a dura prova sin dal momento in cui esci dall’aereo con cui sei arrivato. Per capire la motivazione bisogna partire dallo studio della sua demografia.

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1) Che tu sia in montagna o che tu sia in città, sarai sempre in mezzo al caos!

L’Indonesia, oltre ad essere una Repubblica costituita da più di 17.000 isole, è il quarto paese più popoloso del mondo dopo Cina, India e Stati Uniti. Il numero di abitanti risulta essere superiore a 255 milioni di persone. Chi ha avuto il piacere di visitare la Cina o l’India sa cosa significa questa cifra. Per chi non lo sapesse, significa che in ogni momento del giorno ed in ogni angolo di ogni strada c’è sempre una persona a farti compagnia, una persona che ti sorriderà, una persona che proverà a venderti qualcosa in maniera gentile, insomma nel bene o nel male non sarai mai solo.

2) Che tu arrivi dal Nord Italia o che tu arrivi dal Sud, sappi che tu sei un BULE, il ricco BULE.

Oltre alle temperature tropicali, appunto la prima cosa che noterai appena metti piede in Indonesia è il calore della popolazione, il sorriso impresso su ogni volto e lo sguardo incuriosito verso il Bule appena arrivato. Il Bule sei tu, siamo noi Occidentali che in Indonesia siamo connotati dalla parola Bule. Seppure possa sembrare una connotazione razzista, ti invito a pensare a quante volte tu hai denominato “Nero” una persona dalla pelle più scura della tua. Il Bule in Indonesia è qualsiasi persona il cui colore della pelle è più chiaro degli abitanti del luogo, qualsiasi viaggiatore, backpacker o non, che venendo dall’Occidente ha più soldi nel portafogli e quindi può permettersi oggetti che la maggior parte degli abitanti locali può solo immaginare. Questo è il motivo per cui nei precedenti post ho specificato che quando ti troverai in Indonesia costaterai l’esistenza di due prezzi, il prezzo Bule ed il prezzo locale, il primo più alto del secondo. Naturalmente il tuo scopo sarà quello di negoziare a tal punto da ottenere il prezzo locale.

3) Che tu sia in spiaggia o che tu sia in montagna, ti sembrerà comunque di essere nella giungla!

Fatta questa premessa, una volta atterrato ed entrato in città, la prima impressione che ho avuto, e che altri backpackers con cui  mi sono confrontato hanno avuto, è stata quella di trovarmi in una giungla. Una giungla abitata non da animali ma da scooter. Non attraverserai mai la strada senza aver atteso circa 10 minuti, troverai orde di motorini, uno dietro l’altro, che suonano il clacson prima ancora che la luce del semaforo diventi verde. Troverai scooter che oltre a trasportare persone trasportano animali, oggeti di notevoli dimensioni come sedie, sgabbelli e piastrelle.

E sarà proprio in quel momento che capirai che tu in quella città dovrai stare il minimo ed indispensabile per prendere il primo bus che ti porti in un altro posto, una località più tranquilla, una località in cui non vedrai mototrini per i prossimi 5 giorni, una località in cui le persone non ti guardano come se fossi un portafogli vivente, semplicemente un posto dove tu puoi rilassarti, visitare le attrazioni e conoscere la cultura locale.

4) L’autobus non è la soluzione al caos, l’autobus è la causa, o meglio l’autobus è il caos!

Quindi, avrai preso la decisione di partire la mattina del giorno successivo e prendere il tuo primo bus indonesiano, ma non sai cosa ti aspetta. Un bus composto da 5 posti ogni fila, in totale 15 file, un bus per fumatori, un bus il cui autista per sottostare alle norme di sicurezza utilizza il telefono e veste  le infradito. Un bus in cui il tuo vicino probabilmente avrà portato con sè un pollo vivo, un bus in cui i bambini iniziano a piangere non appena il veicolo viene messo in moto e terminano quando tu arrivi a destinazione. Semplicemente un bus in cui, nonostante i posti a sedere siano solo 60, le persone all’interno sono circa 80 molte delle quali disposte a stare in piedi per circa 4 ore se non di più. AMERAI L’INDONESIA perchè è quel paese in cui per fare 100 km l’autobus impiega 4 ore. E le 4 ore in cui tu sei in quel fottutissimo ammasso di lamiere non sai a quale Santo affidare la tua vita.

5) Se pensi che gli abitanti di Napoli siano “pazzi” alla guida, utilizza il Valium prima di salire su un autobus in Indonesia!

In Indonesia vige una regola, il veicolo più grande comanda! Il che significa che se tu sei alla guida di una ruspa, le automobili davanti a te si fermeranno a bordo strada per farti passare. La stessa cosa accade con il bus, il cui autista che veste le infradito è capace di raggiungere una velocità di 100 km/h su strade peggiori del pavè di Milano. E magari avrai l’opportunità di vedere come questo autista è capace di uscire fuori strada per superare l’automobile di fronte a lui che non gli permette il sorpasso, vedrai il povero motociclista costretto a fermarsi a bordo strada perchè scorge dallo specchietto un mezzo che arriva a tutta velocità alle sue spalle. E quando dopo il sorpasso dello scooter pensi che l’incubo sia terminato, bhè ti stai sbagliando perchè vedrai come questo dannato autista è capace di superare un altro autobus che nello stesso tempo è sorpassato da un tir, quindi non sai cosa ci sia oltre quel tir perchè il tutto avviene su una strada di campagna compsta da una carreggiata per senso di marcia. E in quel momento ti sentirai come Paul Walker e Vin Diesel in Fast and Furios.

6) Dopo aver utilizzato il bus Indonesiano rilassati con una lunga doccia calda!

E quando finalmente sarai arrivato a destinazione, sudato e stanco dopo un incubo ad occhi aperti, ti sarai meritato una doccia calda, molto calda, a tal punto da entrare nella tua stanza di ostello, svestirti, recarti in bagno e scoprire che in verità in Indonesia non usano la doccia. In indonesia si usa la “bucket shower” ovvero, vedrai una grande vasca in mattoni, nella quale ti ci infilerai solo se vorrai prendere 3 malattie della pelle contemporaneamente, e due secchi, uno più grande dell’altro. E in quel momento capirai che l’Indonesia è bella perchè la tanto desiderata doccia calda consiste nel riempire il secchiello con l’acqua contenuta nella vasca e versare il secchiello su te stesso. Perciò se prima pensavi di rilassarti, capirai ben presto che anche la doccia è sport e soprattutto che la tanto desiderata doccia calda è una bella doccia fredda.

7) Non ti arrabbiare per quello che vedi, cerca piuttosto di comprendere e sorridere!

AMERAI l’Idonesia perchè è quel Paese in cui la Natura è padrona, la stessa Natura che viene maltrattata dai suoi abitanti incuranti dell’ambiente in cui vivono. AMERAI l’Inonesia perchè è quel Paese in cui capirai che in fin dei conti noi Europei, seppure disprezziamo i nostri paesi, siamo fortunati, molto fortunati per avere delle strade asfaltate, per viaggiare su autobus sicuri, per avere la possibilità di mangiare cibo variegato ogni giorno e non la solita razione di riso, per respirare aria pulita durante le nostre passeggiate, per avere strade pulite e non piene di rifiuti e per avere una casa con delle mura solide ed un tetto sopra la tua testa. L’Indonesia è quel Paese in cui realizzi che siamo veramente fortunati per il semplice fatto di poter usufruire di una doccia calda ogni giorno quando rientriamo nelle nostre case. L’Indonesia è quel Paese che lentamente ti fa crescere come individuo.

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“Il mondo sembra più luminoso dietro un sorriso”.

Alla fine viaggiamo per scoprire, per crescere e per lasciare un nostro ricordo semplicemente con il nostro sorriso ovunque mettiamo piede.

Ti auguro di trovare l’ispirazione per il tuo prossimo viaggio e spero che le informazioni contenute in questo post possano esserti di aiuto.

Io non sono un esperto o un maestro perciò qualora hai suggerimenti o hai bisogno di maggiori dettagli per organizzare il tuo viaggio al meglio, sono ben lieto di leggere i tuoi commenti.

A presto

Antongiulio 🙂

#enjoy

La libertà di essere felici

Eccomi di nuovo! 😀

Qualche giorno fa ho avuto il piacere di partecipare ad un seminario di un grande formatore italiano e della sua scuola di leadership, Roberto Re. Seppure sia stato un seminario abbastanza breve,  ho avuto modo di immagazzinare ed iniziare a praticare alcuni concetti forse fondamentali nella nostra vita.

Durante il seminario, è intervenuto Fabio Volo, autore, scrittore e conduttore radiofonico italiano, una persona di successo insomma. Preciso che prima di questo seminario, avevo sostenuto uno degli ultimi esami universitari, non avendo ottenuto il “voto” minimo per poterlo superare, quindi ero un po’ innervosito per l’atteggiamento dimostratomi successivamente dall’insegnante e dalla relatrice della mia tesi.

L’evento a cui ho partecipato e le parole spese dai due protagonisti sono state fondamentali per farmi ricordare chi fossi, indipendentemente da un esame universitario o da qualsiasi altro evento che non soddisfa le mie aspettative. Fabio Volo è l’esempio della persona di successo, non per la quantità di soldi, auto, case e così via, quanto per la sua perseveranza nel vivere la vita dei suoi sogni, svolgere la professione che sognava sin da bambino e quindi per essere felice di fare ciò che gli piace fare.

La ricchezza più grande che oggi possediamo è il nostro tempo e come ho scritto in un articolo recente, “Come evitare i ladri del tuo tempo” il miglior modo per sfruttare questa risorsa è stare con persone che tirano fuori il meglio di te, i migliori amici, i migliori colleghi, i migliori parenti ma soprattutto essendo felici.

Come si può essere felici e ricchi? Se siamo ricchi in base alla quantità di tempo (libero) a disposizione e siamo felici sulla base della qualità del tempo che spendiamo, possiamo concludere che ricchi e felici significare fare quotidianamente ciò che ci piace fare e ci rende felici e con le persone che tirano fuori il meglio di noi.

Da circa un anno sto seguendo questa filosofia di vita e la cosa che mi rattrista di più è che nel 2017, ci sono ancora giovani e meno giovani che sono dipendenti di credenze preconfezionate e depotenzianti che non permettono di essere pienamente felici, e che in questo caso nella loro libertà di scelta decidono di vivere la vita di altri, senza vivere nuove esperienze, imparare, conoscere semplicemente essendo in vita ma senza vivere.

Stiamo respirando, tiriamo fuori il meglio di noi e tiriamo fuori il meglio dagli altri!!!

Buona giornata 😀

#insideout